il buono,il bullo ed il branco cattivo
come i tre protagonisti di uno spaghetti western di Sergio Leone, la quintessenza di questa storia sta nella vita di un gruppo di adolescenti, più bambini che ragazzi che si trovano a vivere tutto il delirio di una società dove umanità e ferocia , bellezza e bruttezza vivono vicine e contrapposte.
mi trovo a scrivere e pensare che è necessaria una denuncia della follia del bullismo che rende tutti noi al contempo vittime o complici, quando non carnefici, di un modus operandi che demistifica la libertà di espressione propria ed insindacabile, di ogni essere umano.
perché dietro ad un bullo c’è molto di più.c’è il branco…
lui è il leader di una banda di ragazzi con poca personalità o troppa paura per ribellarsi a chi li rende già schiavi di pensieri che non sono solo i loro, e che non saranno mai i loro. Perché se non ci si ribella in tempo poi si finisce per pensare, vivere ed agire come vogliono gli altri, come vuole il sistema.
dietro il bullo c’è il branco, più pericoloso e drammatico del bullo stesso.
e dietro il bullo c’è l’assenza, della famiglia, del dialogo, dell’affetto e del rapporto interumano.
mi sono trovata in prima persona, come madre, a dover difendere mio figlio dl branco e dal bullo , nell’istituzione scuola, non in una piazza di periferia,dove dovrei mandare tranquilla mio figlio.
professori deresponsabilizzati e depotenziati nella gestione di ragazzi difficili, borderline tra la legalità e l’illegalità, figli di madri negazioniste per le quali il problema non sussiste.
“sei vegano, non fai religione,con quei capelli colorati parli di alieni, sei proprio strano.
ma poteva essere il vestito,il colore della pelle, l’ etnia a fare di lui un diverso da quel gruppo di menti omologate.
perché il diverso fa paura,l’ha sempre fatto.
il bullo è sempre esistito perché la società lo nutre. ha bisogno di un capro espiatorio, ha bisogno di un alfa da seguire, anche se il più delle volte è quello sbagliato
una secessione interna porta il bullo ad amare ed odiare il buono,mentre il branco assuefatto, si fa gestire come un cane pastore con il suo gregge.
ed il buono…se non è forte perde, si deprime,si abbandona al branco e si chiude in se stesso.
ma se si insegna al buono la potenza del pensiero e della diversità, se gli si insegna che l’amore vince su tutto, che il perdono ha un karma potentissimo, se parliamo con il buono, lo ascoltiamo lo consoliamo sarà forte e vincerà sempre perché non avrà bisogno di essere accettato da nessun gruppo,sarà il ribelle sano di domani, sarà un bambino che diventa uomo non gestibile dalla società e che la cambierà da dentro
sarà libero
a tutti i bambini
namastè